venerdì 27 dicembre 2013

Passatempi per folletti (Parte Seconda)


Finita la prima tranche di feste e sbollita la febbre dei regali, ecco che in molti avranno qualche giorno di ferie da trascorrere a casa con i pargoli.
Se non siete tra i fortunati che potranno permettersi qualche giorno di vacanza in montagna al mare o in qualsiasi posto interessante, questo periodo potrebbe rivelarsi pesante tra stanchezza lavorativa da cui riprendersi e bimbi felici di non andare a scuola, ma che si annoiano non appena hanno 2 minuti in cui non trovano qualcosa di divertente o avvincente da fare.
Certo, i regali di Natale che vi avranno invaso casa spingendovi  a pensare di trasferirvi in una tenda in giardino aiuteranno a far trascorrere molto tempo: sono i regali che i più piccoli hanno desiderato tanto e quindi ci sarà qualche giorno di euforia durante il quale sembreranno non stancarsi mai di giocarci... ma nel caso l'entusiasmo svanisca prima del ritorno a scuola (e/o al lavoro), provo a darvi qualche piccolo suggerimento per combattere la noia... ma vi avverto: l'ordine e la pulizia della casa ne risentiranno!

Sul web si trova veramente di tutto un po', qui c'è solo quello che ho provato con divertimento del folletto... e anche un po' di mamma elfo, lo ammetto!

Qualche giorno prima di Natale é venuta a trovarci un'amica che ha una bimba coetanea del folletto, abbiamo improvvisato un piccolo laboratorio con cartoncino verde (preso all'Ikea), tanta colla vinilica, qualche bastoncino per spiedini, una manciata di sale grosso ed un pugnetto di sale fino. L'idea l'ho trovata qui: http://www.finalmentenatale.it/alberi-ornamentali-1/240-alberi-con-cristalli-di-sale
...anche se il nostro risultato é stato appena un pelino più scarso. 










Altra idea messa in pratica ormai in odore di feste consisteva in visi di Babbo Natale fatti col cartoncino rosa e rosso per il cappello, decorati poi con ovatta per fare la barba e il pelo del cappello, peccato che non riesco a ritrovare il sito da cui ho preso l'ispirazione... che non ha poi avuto questi gran risultati, ma ci siamo divertite tanto e, rinforzando i visi più grandi con cartoncino bianco che gli abbiamo attaccato dietro, abbiamo ottenuto delle simpaticissime decorazioni per l'albero!








Infine abbiamo provato a sperimentare la carta pesta, coprendo un palloncino di strati e strati di pezzetti di volantini pubblicitari (non plastificati) attaccati con colla vinilica allungata con uguale quantità di acqua e stesa con pennelli non troppo sottili, abbiamo lasciato asciugare una notte, ma visto che non era ancora rigido abbiamo aggiunto qualche altro strato di carta e al pomeriggio ancora due strati di carta da cucina bianca per avere una base neutra risparmiando in tempera. Il pomeriggio seguente abbiamo colorato tutto con tempera bianca e dopo cena abbiamo fatto bocca, naso, contorno occhi... il tutto con risultati scarsini! La mattina dopo bianco negli occhi e con dei fazzoletti rossi abbiamo 'arrangiato' un cappello di fortuna, quindi finalmente alla sera abbiamo attaccato con colla diluita l'ovatta per il cappello, le sopracciglia, barba e baffi... bruttino, vero, ma quanto ci siamo divertite?







E poi continuiamo a fare biscotti di pasta frolla senza uova con aggiunta di zenzero e cannella (che il folletto ADORA) e passiamo ore a spargere farina sul piano prima di stendere la pasta, per poi premere sulle formine con forza inaudita, togliendole poi con una delicatezza inaudita... e mangiando quantità inconcepibili di impasto crudo!


BUONE FESTE!

martedì 17 dicembre 2013

Passatempi per folletti! (Parte prima)

Per noi che ogni giorno stiamo insieme a casa, il periodo natalizio é solo una buona scusa per passatempi a tema, invece per chi lavora e ha bimbi che frequentano il nido o l'asilo, questo periodo può risultare anche fonte di stress perché non si é abituati a dover occupare tanto tempo libero dei propri pargoli... quindi seguitemi in questi post!

Il folletto ha poco più di due anni ed ormai da tempo (più o meno aprile/maggio) é piuttosto interessata ai colori, in particolare quando andiamo in ludoteca si diverte tantissimo e rimane anche un'ora a colorare quando ci sono i laboratori di pittura con le 'tempere a dita'... e non vi dico di che colori ne usciamo, nonostante il grembiulino di plastica fornito. Bene, non ho intenzione di proporle a casa questo tipo di colori, né ve li consiglio, a meno che non siate genitori artisti/pazientissimi/imperturbabili/maghi delle pulizie veloci: ho sentito troppe mamme perdere le staffe dopo aver proposto convinte la pittura a mani in casa.
Io non ce la potrei fare, non ho voglia di coprire il tavolo con una tovaglia di plastica che dovrei poi lavare e il folletto con un grembiule di plastica che dovrei poi lavare, insieme al suddetto folletto che ha una propensione naturale a sporcarsi e sporcare proprio dove non é coperto e insieme a tutti i miei vestiti... insomma, preferisco non mettermi nel difficile, ma se volete provare: é molto divertente, basta procurarsi le tempere a dita, che sono atossiche e superlavabili ed un divertentissimo disastro sarà a portata di... mani!

Nel mio caso mi sono limitata a dei banalissimi (e convenientissimi, meno di due euro) acquerelli, anche questi atossici e lavabili, giusto per mettermi al riparo da incidenti. Basta qualche foglio un po' spesso (ma anche la carta per fotocopie da 80g non fa questa gran brutta figura), qualche grosso foglio di un volantino pubblicitario su cui lavorare e due bicchierini di plastica (ma anche quelli delle bambole andranno bene e saranno lavabili all'infinito) per l'acqua ed il gioco é fatto. Potrete provare a spiegare come usarli (bagnare il pennello, scolarlo appena, intingerlo nel colore e colorare, quindi lavare bene il pennello se si cambia colore e ricominciare), ma dopo un primo tentativo giusto per avere la coscienza a posto, la parte divertente é proprio vedere la fantasia che hanno nell'uso, con tante pennellate di sola acqua sul foglio e altrettante di colori (diversi, ovvio) sulle pastiglie di colori... Per me il bello é proprio vederla pasticciare (che poi basta pulire le pastiglie di colore con poca carta da cucina per rimetterle a nuovo prima di riporre tutti o quando il folletto si lamenta che 'il colore é sporco!'), illudendomi di essere anche un po' 'montessoriana' nel lasciarla sperimentare liberamente le migliori tecniche per ottenere i colori... e come potrete vedere dalle sue prime opere ogni tanto riesce anche ad ottenerle, anche se dopo un po' si distrae e ricomincia a fare confusione... o starà scientemente sperimentando nuove tecniche pittoriche?







E con una scatola di acquerelli é andato via un intero pomeriggio ed una serata e anche se poi non le interesserà più, avrà fatto una nuova esperienza, ed avrà un nuovo 'gioco' a disposizione a cui dedicarsi quando vorrà... e (tranne quando cade l'acqua) non sporca neppure tanto!

Insomma, aspettate ancora una giornata di ferie piovosa per provarli???

martedì 10 dicembre 2013

Pepparkakor… internazionali!

A volte si sbaglia. A volte é un disastro totale (come i miei ben tre tentativi di fare il torrone friabile), altre volte solo un mezzo disastro... e se ci va bene impariamo non solo cosa NON fare, ma anche cosa fare per migliorare i nostri risultati.
Ecco, questa é la cronaca di un mezzo disastro finito con una splendida sfornata di biscotti.




Tutto parte da qui: http://stilenordico.wordpress.com/2011/12/15/pepparkakor-biscotti-svedesi-allo-zenzero/ e dalla promessa dei deliziosi biscottini allo zenzero tipici svedesi, che veramente sono ancora più buoni di quelli dell'Ikea, e su questo non ho dubbi visto che li ho assaggiati in un mercatino natalizio di Stoccolma anni fa.
Però non ho lo sciroppo di melassa chiara (o quel che é) e poi visto che ne verranno tanti vorrei utilizzare anche farina integrale... quindi la ricetta si internazionalizza acquisendo lo sciroppo d'acero canadese e la farina integrale di farro italiana... e qui inizia il difficile!
I miei ingredienti per una vagonata di biscotti (e una non riuscita casetta di zenzero!):
300 g burro,
300 g zucchero di canna (ma decisamente meglio metterne i 400 g consigliati, sempre di canna però!),
100 ml sciroppo d'acero (però io il miele prima o poi lo provo, mi perdonerà l'autrice della ricetta... ma verrà un qualcosa di MOLTO diverso, ha sicuramente ragione),
3 cucchiaini di zenzero in polvere (ma la prossima volta li ridurrò a 2),
5 cucchiaini di cannella in polvere (che ridurrò a 4),
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere (che ometterò, sapevo che non mi piaceva, ma volevo mettere almeno una delle due spezie che non amo e ho preferito questa ai chiodi di garofano),
3 cucchiaini di bicarbonato (ma 2 saranno più che sufficienti),
200 ml di acqua,
500 g farina 00,
350 g farina integrale di farro (da tenere presente che le farine integrali in genere sono più umide, quindi da un lato pesano di più, dall'altro assorbono meno liquidi, quindi meglio aumentarne il peso rispetto alle farine raffinate).
Burro e zucchero in planetaria con frusta a foglia, aggiungo lo sciroppo d'acero, quindi aggiungo le spezie, il bicarbonato, l'acqua ed infine la farina, sempre miscelando a velocità bassa. Dopo circa 10 min spengo, divido il morbidissimo impasto in due parti e lo avvolgo a 'salsicciotto' (più zampone, direi) nella pellicola, quindi ne metto metà in congelatore perché voglio tagliare i tempi (opzione sconsigliata dall'autrice, probabilmente a ragione) e metà in frigorifero da fare in tarda serata o la mattina successiva.
Dopo circa 3 ore prendo l'impasto dal congelatore e provo a fare la casetta di zenzero usando gli stampi dell'Ikea.
La pasta si attacca miseramente al primo stampo, quindi lo pulisco e lo fodero con pellicola, mettendo invece sopra direttamente la carta forno con cui infornerò i pezzi. Va un po' meglio, ma togliere gli avanzi di pasta é piuttosto difficoltoso e non viene un lavoro molto pulito... e poi sembra troppo spessa, infatti invece dei 5 min consigliati ne servono 7/8... insomma, vengono delle pareti un po' troppo spesse che non diventano croccanti... e commetto il fatale errore di non allargare abbondantemente le fessure per l'incastro a pasta ancora calda e morbida... quindi quando raffredda faccio un disastro e si rompe tutto! Vabbè, mi farò furba la prossima volta, intanto proverò ad usata molta glassa di zucchero per assemblare la casetta anche senza gli incastri: vi farò sapere come me la caverò.
Intanto con una casetta mezzo impasto é andato, ed il folletto l'ha decisamente gradito CRUDO.
La sera addobbiamo l'albero, i biscotti li faremo l'indomani.
Ora il tempo di riposo é giusto, come consigliato stendo direttamente su carta forno e sopra pellicola: un D-I-S-A-S-T-R-O!!! La pasta rimane tutta incollata alla carta forno, togliere gli avanzi é troppo laborioso ed il risultato é pessimo, mi innervosisco e il folletto aiutante non si diverte: se vado avanti così i malumori aumenteranno e per finire l'impasto impiegherò una giornata!
 

Pensiamo.
Intanto ho stampato i biscotti troppo vicini, quindi lievitando un po' si attaccheranno fra loro, ma questo è facilmente risolvibile... come agevolare le operazioni di eliminazione avanzi?
Proviamo infarinando bene la carta forno, e anche un po' sotto e sopra l'impasto... benissimo! Non solo si staccano gli avanzi, ma anche i futuri biscotti di possono alzare senza deformarli troppo, quindi dal giro successivo potrò farli ravvicinati diminuendo gli avanzi e trasferirli poi su altra carta forno... ma cercando di farli molto sottili, perché quelli saranno poi i più croccanti. Le infornate si susseguono veloci con durate di circa 5 minuti, il tempo di vedere i bordi cambiare colore... e ricominciamo a divertirci!
Tutto bene e facciamo una gran quantità di biscotti, ma rimane qualche osservazione da fare: soprattutto nei biscotti più spessi, forse non cotti abbastanza, i gusti non sembrano ben 'amalgamati', ed alcuni risultano poco dolci o troppo speziati, eppure il burro é stato lungamente mescolato con zuccheri e spezie... proverò a fare di meglio. Poi ho l'impressione che lievitino troppo, quindi diminuirò il bicarbonato.
Però quelli con la giusta croccantezza, che poi sono la maggior parte, sono buoni, MOLTO buoni, e mi danno quel sapore e quel buon profumo di Svezia a Natale che tanto ci aveva emozionato ormai tanti anni fa.

venerdì 6 dicembre 2013

Direttamente dal ricettario della nonna.


Con il Natale torna ogni anno la voglia di casa, di famiglia, di tradizioni… e di dolci!
Mettiamoci i pomeriggi infiniti in cui non si sa più cosa inventare con i bimbi piccoli, la pasta di sale che sporca più della pasta da biscotti, la voglia di una colazione da offrire all'amato e al folletto che sia gustosa, ma senza strani ingredienti, ed ecco che la tentazione di aprire il vecchio ricettario della nonna trova soddisfazione.
Ricordi di bambina mi parlavano di questi 'biscotti al burro' che coperti fatti a forma di fiore, con al centro un candito di ciliegia e coperto di granella di zucchero era un biscotto che piaceva a tutti, quindi cerco questa ricetta.
La trovo, e qui cominciano le difficoltà:
DOLCI DI BURRO
10 uova,
350 g. di zucchero,
150 g. di burro,
un po' di succo di limone,
2 bustine di lievito.

Stop.

Cosa manca?
Un ingrediente il cui peso in una ricetta di biscotti è un elemento trascurabile…. quanta farina ci metto???

Bo, andrò per tentativi… decido di rispettare la ricetta (dimezzandone le dosi, per forza!) e comincio col mettere uova, burro, zucchero e limone nella planetaria con frusta a foglia… e resisto alla tentazione di cominciare subito a renderla più mia sostituendo lo zucchero raffinato con quello di canna grezzo (così tra l'altro comincio ad eliminarne l'ultima busta) e comincio con 350 g. di farina… ma non bastano.
Vado avanti aggiungendone 50 g. per volta, ma finisce anche la farina 00! Ok, tornerò alle vere tradizioni, quelle magari anche della bisnonna, e continuo con la farina integrale di farro… raggiungo una consistenza morbida ma lavorabile.
Appena porto in tavola la pasta su un foglio di silicone per lavorarla, ecco che il folletto sguscia dalle braccia del nonno al grido di 'Facciamo i biscotti, facciamo i biscotti!', la sistemo su un cuscino sulla sedia, stendo la pasta (e anche un po' le dita del folletto, che però ride) a circa 1/2 cm di spessore, che poi lieviterà, ed affido al folletto la mission di premere sulle formine e 'sporcarle' (sue parole) poi con la farina per fare in modo che non rimangano attaccate alla pasta.
Facciamo decine e decine di biscotti in decine e decine di minuti (un'ora e mezza per 40/50 biscotti, ed io che speravo in una resa del folletto che non arriva!), quindi incarico la zia di spennellare i biscotti con zucchero a velo sciolto in pochissima acqua e di attaccarci codeste di zucchero colorato (adorate dal folletto) e granella di nocciola (adorata da me e dall'Ing.) e magari anche qualche occhio di mirtilli rossi (adocchiati dal folletto, che intanto ne mangia non pochi).
Abbiamo finito… ma la cottura?
Ai tempi della nonna si faceva in un forno a legna, spesso dopo la cottura di pizza od altro che aveva bisogno di molto calore, approfittando del calore che diminuiva a forno non più alimentato… vabbè, provo a 180 gradi ventilati, perché devono venire croccantini da sgranocchiare al naturale, ma soprattutto pronti da essere pucciati nel latte (nel nostro caso, che mio nonno preferiva il vino!)… ed ecco il risultato!





E questo dopo il passaggio del folletto che giusto per assaggiarli ne ha mangiati 2 in 5 minuti!




DOLCI DI BURRO, la mia ricetta integrata e un po' corretta:

5 uova,
150 g. zucchero (ma la prossima volta userò quello di canna),
75 g. burro,
poche gocce di succo di limone,
1 bustina di lievito per dolci (15 g.),
500 g. farina 00,
150 g. farina integrale di farro.

Cottura circa 30 min in forno termoventilato (per cuocere le due teglie contemporaneamente) a 180 gradi.


A qualcuno salterà all'occhio che più che biscotti al burro questi sono biscotti alle uova… ma dalle mie parti (abruzzo marittimo) non era usuale l'allevamento in casa delle mucche, quindi il burro veniva centellinato (e veniva usato maggiormente lo strutto, visto che si teneva piuttosto il maiale), mentre si aveva ampia disponibilità di uova, tanto che ancora mia nonna fino a qualche anno fa allevava decine di galline… così anche questa curiosità sarà stata soddisfatta… e buona colazione!!!
(ma pare siano buoni anche nel succo d'arancia… oltre che nel vino, ci mancherebbe, mio nonno era un buongustaio!)

lunedì 2 dicembre 2013

Discorrendo di bambini, autonomia e Banco Alimentare

La prossima volta che sentirò parlare di autonomia per un bimbo di un anno potrei non avere una reazione molto elegante.
Una mamma racconta piuttosto fiera di non dormire più in camera con il figlio di un anno, dicendosi contenta del fatto che la cosa non ha scosso minimamente il bambino, mentre lei all'inizio ammette di averne sentito la mancanza, ma ora é felice della ritrovata privacy... ed io mi dico: buon per lei, ad un anno non ci pensavo neppure ad una tale possibilità, ma se il bimbo é contento sono felice per loro... ma ecco che ancora non ha finito di parlare che un'anziana signora le dice: bè, avete fatto bene: bisogna renderli autonomi questi bambini.
Ora, tralasciamo il fatto che l'anziana signora in questione non appoggia i miei metodi educativi ritenendoli troppo 'soft', escludiamo quindi l'intenzione di mandarmi una frecciatina e parliamoci seriamente: ma quale autonomia può o deve avere un bimbo di appena un anno che non cammina, non parla e mangia solo minestrone e passati esclusivamente se imboccato?
Siamo seri, veramente il dormire in un lettino fa solo é una utile autonomia?
Personalmente, ho malcelato una risata e sono uscita dalla stanza, ma la prossima volta non so mica se sarò così politically correct, sapete?
Ora che mi sono tolta questo sassolino, avrei da esporre un dubbio, molto di parte, lo so, ma credo altrettanto legittimo.
Sabato scorso c'è stata in Piemonte la raccolta di cibo nei supermercati per il banco alimentare. Si diceva che si aveva disponibilità di pasta in abbondanza, ma carenza di carni e pesce in scatola, legumi in scatola (ma perché non li chiedono secchi, che costano meno?), olio e omogeneizzati e prodotti per l'infanzia... ma io chiedo: perché???
Personalmente non ho mai utilizzato questi prodotti per mia figlia e posso giustificare a malincuore e poco convintamente il loro uso solo in caso di mancanza di tempo per adattare i propri cibi ai piccoli... però ammettiamolo: se dei genitori si rivolgono al banco alimentare, non lavoreranno (come me d'altronde e purtroppo, non é certo una critica questa) ed il tempo mancante dovrebbe essere l'ultimo dei loro problemi, quindi potranno ben tagliare carne e pasta a pezzetti e schiacciare legumi... o mi sbaglio?
Che tra l'altro con quello che costa un pasto a base di prodotti specifici (ma a che pro?) per l'infanzia mangerebbero pure i genitori, e meglio.
Ok, era solo una riflessione, ma continuerò a rifiutarmi di donare alimenti di questo genere che considero 'diseducativi' per i piccoli ed una truffa per grandi con tanti sensi di colpa e poco tempo (purtroppo ed inevitabilmente spesso) i propri figli.

Buona settimana.

venerdì 29 novembre 2013

Quando la semplicità conquista tutti...

Per anni ho preparato crocchette e burger vegan che avevano un discreto successo tra i miei clienti, ma non in casa mia. Quando ho abbandonato l'idea di fare del catering il mio lavoro ho ancora provato, come avete visto, a trovare la crocchetta vegan che entusiasmasse l'Ingegnere, con scarsissimi risultati.
Ed ecco che un giorno che ho poco tempo per pensare e cucinare decido di preparare una semplicissima zuppa di fagioli, ispirata ai toscani (fiorentini?) fagioli all'uccelletto (scappato), che secondo una delle tradizioni erano il pasto dei cacciatori quando appunto tornavano senza aver preso nulla... e finalmente trovo un piatto vegan che entusiasma! A dire il vero é il secondo, ma ha una facilità di preparazione che ha entusiasmato anche me!



Fagioli all'uccelletto... semplificati.
Ingredienti per 2 persone e mezza:
300 g fagioli cannellini secchi,
400 g passata di pomodoro,
5 foglie di salvia,
3 cucchiai di olio evo,
poco sale grosso iodato,
un pizzico di bicarbonato per l'ammollo dei fagioli.

Per le bruschette:
5 fette di pane,
un filo d'olio per la padella.

Mettiamo i fagioli in acqua fredda con un cucchiaino di bicarbonato per circa 10 ore, quindi scoliamoli e passiamoli sotto l'acqua corrente.
Mettiamoli in una pentola coperti abbondantemente di acqua fredda, quindi portiamoli velocemente ad ebollizione, abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere 30?40 min (dovranno essere cotti, ma ancora duretti), scoliamoli e lasciamoli da parte.
In una pentola (di coccio sarebbe il massimo) facciamo scaldare brevemente l'olio con la salvia, quindi aggiungiamo la passata e due bicchieri d'acqua, portiamo ad ebollizione e facciamo cuocere ancora 5 minuti. A questo punto aggiungiamo i fagioli, mescoliamo e cuociamo 10/15 minuti, quindi aggiustiamo di sale e facciamo andare a fuoco lento ancora una decina di minuti, spegnamo e copriamo.
Per le bruschette, scaldiamo l'olio in padella, aggiungiamo le fette di pane e tostiamole brevemente dai due lati.
Si può quindi mangiare la zuppa mettendola sui crostini e usando questi a mo' di cucchiaio: così sembrerà più rustica!

I legumi accompagnati dal pane apportano tantissime proteine facilmente assimilabili, quindi questa zuppa é un piatto unico completo, ricco e che oltre al palato riesce a scaldare anche il cuore cin il suo gusto antico.

Se posso dare un suggerimento, penso che sia ottima mangiata riscaldata, in modo che i sapori si amalgamino meglio, quindi si può preparare a pranzo (come ho fatto io) o anche la sera prima, e neppure serve passarla in frigo.

Se ne avanza, con la pasta che volete (nel nostro caso tripolini), verrà un'ottima pasta e fagioli... peccato il folletto me ne abbia lasciata proprio poca poca!


venerdì 22 novembre 2013

Crocchette fagiolose.

Avevo promesso idee vegan, e continuo a darvene, anche con l'onestà del giudizio.
Ne ho provate due versioni, e l'ideale sarebbe una media fra le due, che sicuramente proverò fra qualche settimana.
Le nostre preferenze alimentari sono un po' distanti da questi gusti così poco marcati e anche questa scarsa 'succosità', ma ho cominciato questa rivoluzione in famiglia e sono determinata a continuarla in parte per prendere abitudini migliori, in parte e soprattutto per dare un esempio di cucina consapevole anche al folletto, che voglio cresca dando per scontato che si facciano interi pasti 'animal free' (i vegani direbbero 'cruelty free', ma personalmente rimango una sostenitrice del carattere onnivoro dell'uomo) e che li veda quindi come un qualcosa di normale e non di 'diverso dal solito'.
Qui di seguito non ci sarà una vera ricetta, piuttosto una lista di suggerimenti su come creare delle crocchette di fagioli, da accompagnare con una bella insalata verde e succosa.




Per circa 15 crocchette:
250g di fagioli borlotti secchi,
3 cucchiai di granulato di soia disidratato (facoltativo, ma aiuta la morbidezza),
erbe essiccate per arrosti (o gusti a piacere)
1 cucchiaio di cipolla essiccata, o mezza cipolla tritata finemente e fatta cuocere con poca acqua ed olio,
semolino o pangrattato e semi di sesamo per impanare,
olio evo per cuocere.
Tenere in acqua con un cucchiaino di bicarbonato i fagioli per almeno 12 ore, quindi sciacquarli bene e cuocerli a fuoco basso per circa un'ora e mezza o più, aggiungendo il sale quando già sono cotti, lasciandoli poi ancora 5 minuti, quindi scolarli bene e farli raffreddare.
Far rinvenire il granulato di soia in poco brodo vegetale caldo per circa 20 min, quindi scolarlo e strizzarlo.
A questo punto si possono schiacciare o passare i fagioli al passaverdura a buchi grossi (opzione decisamente consigliata), quindi aggiungere la soia, le erbe e la cipolla, mescolare bene per amalgamare i sapori, quindi formare le crocchette e impanarle nel semolino (o pangrattato) con il sesamo.
A questo punto si possono passare in padella antiaderente con poco olio 2/3 minuti per lato girandole delicatamente con una paletta (consiglio questa opzione, anche se assorbiranno un po' più olio), oppure passare circa 20 minuti in forno a 180 gradi con poco olio (ma verranno un po' più asciutte).
Ok, non sono da leccarsi i baffi, ma in tutta sincerità non hanno nulla da invidiare alla bistecchina di pollo o tacchino cotta in padella solo con olio... e sono sane e meno costose!

martedì 19 novembre 2013

Fate la nanna... e arrangiatevi!

Ho cominciato a sentir parlare di questo famosissimo manualetto del dr Estivill quando il folletto tra i 4 e i 5 mesi ha cominciato a svegliarsi n volte per notte.
I commenti erano dei più disparati, molti dicevano fare effetto, sebbene alle critiche degli altri rispondevano di averlo applicato 'a modo loro'.
Gli altri in questione sottolineavano come fosse inumano lasciar piangere da soli dei bambini di 6 mesi (ma anche dopo) per farli abituare a dormire bene.
Mi sono sempre sentita più vicina ai critici, lo ammetto, ma non mi sono mai veramente esposta in merito, non avendo letto il libricino.
Ora che il folletto si sveglia ben poco, ma ha ancora bisogno della mamma per dormire, ho finalmente deciso di leggerlo... e le mie convinzioni si sono fatte radicali.

Le opinioni che qui esporrò non sono affatto esaustive del mio pensiero in proposito, ma sono giusto un 'assaggio' per far capire qual'è il modo che reputo sensato di crescere un bambino con amore e rispetto.

Innanzi tutto é un libro che si attribuisce una scientificità non suffragata da alcuna citazione di fonti sperimentali: tutte le percentuali sarebbero da riferire ai 'pazienti' da loro trattati... chiunque abbia una seppur minima infarinatura di cosa si definisce scientifico concorderà con me sul fatto che tali percentuali non significano quindi assolutamente NULLA.
Tale metodo deve in realtà la sua nascita ad un'altra persona, il dr Ferber, che assurdamente non viene citato.

Già questo dovrebbe bastare, ma andiamo avanti.

Uno che si ostina a chiamare mio figlio furbetto, principino spodestato, brigante e quant'altro, non può avere il mio credito.
Cercare di convincerci che lo si fa piangere per il suo bene e per salvarlo da una fantomatica insonnia infantile (che le facoltà di psicologia hanno dimenticato in massa di trattare tra l'altro) che lo porterà ad avere gravi problemi fisici e psicologici... si chiama terrorismo psicologico... e si sa che non è mai il caso di trattare con i terroristi.
Poi usa continuamente l'esempio dell'insegnare a mangiare... secondo lui una cosa che riesce a tutti i genitori... strano che non abbia mai trovato sulla sua strada genitori di figli inappetenti... MOLTO strano, però ammettere che la routine della pappa non porta necessariamente a far mangiare i piccoli gli dovrebbe far ammettere i limiti anche della routine da lui consigliata.
E poi, parla ai genitori come a dei deficienti smidollati... e non posso credere che veramente ci siano persone che accettano di fare ciò che dice loro uno che li considera tali!
E ora siamo più seri: sia l'associazione  australiana per la salute mentale infantile (nel 2012), sia solo nell'ultimo anno anche l'associazione culturale  pediatri italiani hanno messo in guardia contro i danni che potrebbero provocare sul lungo termine e che provocano sul breve termine gli innalzamenti dei livelli di cortisolo nei bambini, cosa che succede in questi episodi di 'pianto prolungato controllato', quindi sconsigliando di utilizzare tale tecnica per controllare il comportamento dei bambini.
Poi, lui è  pediatra, io sono psicologa, quindi propongo un'altra causa per il pianto dei bambini (e vi avverto, sarò ben poco originale): il bisogno di vicinanza fisica ed emotiva con gli adulti significativi che del bambino si prendono cura in un momento così delicato come quello del sonno... spiegazione assurda questa, vero?
Come mai i bimbi nel periodo dell'attaccamento (fino a circa i tre anni) dovrebbero aver bisogno di noi praticamente tutto il giorno e poi dovrebbero arrangiarsi da soli la notte?
Perché lo stesso Estivill accetta questo bisogno diurno, ma lo nega la notte?
Mistero.
Ma se può interessarvi, pare che per i montessoriani valga più o meno lo stesso, visto che invitano le madri a far addormentare i bimbi da soli nella loro culla fin dalla nascita... ed ecco che uno 'stile educativo' che mi interessa maltratta malamente i bisogni atavici del neonato... che tristezza.

venerdì 15 novembre 2013

Crepes autunnali

Rifletto spesso sulla poca coerenza che vedo nelle persone: inspiegabilmente tutti si dicono d'accordo con tutti, adottando poi a ben vedere atteggiamenti che a dir poco stonano con le loro dichiarazioni...
Sono pensieri e considerazioni che si affacciano spesso alla mia mente e sovente sono scoraggiata veder così tante persone, a volte anche a me care, comportarsi in questo modo.
Che poi ho anche provato ad affrontare il discorso, ma vengo guardata come una aliena perché non mi faccio i fatti miei e dico ciò che in realtà penso... no, capisco che non sarò mai una leader, né tantomeno la reginetta della compagnia, ma tant'è.
Mi piace pormi per quel che sono, non ritengo blasfemo esternare i miei principi e poi osare anche rispettarli nella mia vita e trovo assurdo che ormai ciò che mi stupisce é il continuare a trovare qualcuno che mi apprezza per questo e non 'nonostante' questo, mentre 10 anni fa ritenevo la coerenza il mio più grande pregio...
Ed é in sintonia con queste riflessioni che vi presento questo piatto vegan che é quello che é e che non vuol sembrare qualcosa di diverso nel loro non voler imitare nessun piatto 'carnivoro' queste crepes sono veramente ottime... però a dirla tutta anche loro mentono un po', perché  sembrano un primo, ma sono un piatto unico molto proteico!






Per le crepes:
150 g di farina di ceci,
250 ml circa di acqua,
un pizzico di sale.
Per la besciamella vegetale:
70 ml olio evo
3 cucchiai di farina (anche integrale)
600 ml brodo vegetale (nel mio caso con dado vegetale bio),
se necessario, un pizzico di sale.
Per il ripieno:
400 g di zucca pulita,
400 g champignon (nel mio caso, una scatola di champignon al naturale: 190g  da scolati),
un pizzico di sale se non si usano i funghi in scatola.
Preparare le crepes aggiungendo gradatamente l'acqua alla farina e mescolando con una frusta, fino a raggiungere una consistenza piuttosto liquida, quindi aggiungere il sale e far riposare 5/10 min. Quindi scaldare una padella antiaderente con un cucchiaino di sale e aggiungere u, grosso cucchiaio di pastella, farla stendere roteando la padella e cuocere a fuoco medio finché non avrà totalmente cambiato colore, quindi toglierla dalla padella aiutandosi con una spatola e poggiarla delicatamente su un piatto (sono piuttosto fragili), ne verranno circa 6, cercare di farle il più sottili possibile. Una volta finita la cottura di tutte, coprirle con la pellicola e lasciarle da parte (si possono preparare la sera prima, ma meglio non metterle in frigorifero).
Preparare la besciamella vegetale. Mettere il brodo sul fuoco, intanto scaldare leggermente l'olio in un pentolino che contenga almeno 1 litro,  quindi sempre a fuoco basso aggiungere la farina fino ad ottenere una palla che tende a sgretolarsi e farla tostare 3 o 4 minuti non smettendo di mescolare, a questo punto aggiungere in 2 o 3 volte il brodo caldo e mescolare bene con una frusta (bollirà decisamente), appena raggiunta una consistenza cremosa spegnere senza farla asciugare troppo.
Preparare il ripieno pulendo e facendo le verdure a pezzetti di circa 1 cm di lato, quindi scaldare poco olio evo e cuocere le verdure a fuoco vivace, in modo da cuocerle velocemente senza farle sciogliere, quando saranno cotte salare, mescolare e spegnere.
A questo punto si assembla il tutto: carta forno su teglia, quindi si spalma sul fondo poca besciamella, si posiziona la prima crepe, si mette su una metà un cucchiaio scarso di besciamella e due cucchiai circa di verdure e si chiude la crepe, ripetere lo stesso procedimento per tutte le crepes, quindi spalmare su ognuna circa un cucchiaio di besciamella.
A questo punto si potrebbe anche coprire bene e lasciare un giorno in frigorifero.
Cuocere per 10min a 200 gradi e poi dorare con circa 3 min di grill, nel caso la si sia lasciata in frigo aumentare il tempo di cottura di 2/3 min.

Il folletto ha gradito, ovviamente destrutturandolo a modo suo, ma, ben più strano, ha gradito anche l'Ingegnere... dicendo anche più volte che erano buone.
Insomma, non ci credevo, ma queste crepes molto autunnali mi hanno molto stupito, e sono anche un piatto ideale da preparare anche per degli ospiti, a nessuno passerà neppure in mente che non contiene nessun alimento di origine animale... perché saranno tutti troppo impegnati a mangiare!

Un suggerimento? In caso di ospiti, completate il pasto con un simil strudel fatto con pasta sfoglia vegetale, mele, pere, uvetta o quel che vi consiglia la fantasia e una spolverata di zucchero di canna (omettibile a dire il vero) e cannella... e vi stupirete anche di quanto possa costar poco avere ospiti... e se non può mancare l'antipasto, olive verdi e nere con grissini o tartine al paté di olive... che ne pensate?

domenica 10 novembre 2013

Farin...accia!


"Devo prendere i colori per colorare... perché altrimenti coloro per finta, ma il folletto é vero, quindi colora per vero"
Dopo questa chicca dell'ultimo minuto, mentre il folletto pasticcia con lo scotch per riposizionare con scarsa fortuna un paracolpi su uno spigolo, parliamo brevemente di una idea per una cena senza proteine animali... vegan insomma.
Ricette di farinate di ceci in padella, chiamate farifrittate in alcuni casi, si possono trovare in ogni sito di alimentazione vegan e vegetariana, e sono ottime, con cipolla rossa poi sono proprio uno spettacolo!
Per essere veramente completa da un punto di vista nutrizionale però ogni farinata di ceci (e sempre i legumi) deve essere accompagnata anche da cereali, questo per far sì che le proteine diventino complete ed assimilabili... quindi mi sono detta: e se provassi con un piatto proprio unico?
Ed ecco cos'ho preparato:
 


Ingredienti:
180g farina di ceci,
50g farina di mais per polenta istantanea,
2 o 3 cucchiai di olio evo,
1 cucchiaino di sale,
450 ml circa di acqua,
1 cucchiaino bicarbonato di sodio,
1 zucchina o 1 cipolla rossa (o funghi, o quello che vi suggerisce la fantasia) facoltative.

In una ciotola versare le farine, il sale ed il bicarbonato, quindi aggiungere gradatamente l'acqua mescolando con una forchetta o meglio con una frusta, quando si ha una pastella sufficientemente 'liquida', aggiungere un filo d'olio.
Se avete tempo, lasciate riposare mezz'oretta... io avevo 5 minuti.
Scaldare poco olio in una padella antiaderente e se si vogliono aggiungere vegetali, aggiungerli e cuocerli.
A cottura ultimata aggiungere la pastella... aggiungerne tanta in base a quanto la si vuole alta, con questa dose ne viene una alta 2/3 cm su una padella da 28, oppure una di circa 2 cm più una buonissima sottile e croccante (opzione consigliata, la seconda da fare velocemente senza aggiunte di vegetali dopo aver tolto la prima e ripassato un filo d'olio).
Il bicarbonato la farà gonfiare e la renderà morbidissima, anche se una volta tolta dal fuoco si sgonfierà abbastanza.
Anche se é un piatto unico, é ancora più appagante se accompagnata da un'insalata, mentre l'eventuale focaccia sottile é ottima anche il giorno dopo, tagliata a striscioline renderà un'insalata per il pranzo al lavoro (o a casa) un piatto unico gustoso e sano.
É piaciuta a tutti, e per essere un piatto vegan questa in casa nostra non é esattamente la norma... e non pensate subito al folletto!

(Il paracolpi, dopo un primo riposizionamento, non ha trovato pace...)

lunedì 4 novembre 2013

Tre civette sul comò.




Si dice 'Aprile, dolce dormire ', non so voi, ma a me fa venire molto più sonno invece l'autunno. Sì, ammettiamo che é giusto una sfumatura, visto il cronico bisogno di dormire degli ultimi due anni, ma in autunno il letto assume un fascino particolarmente marcato.
Sarà che le giornate con un folletto chiuso in casa sono più stancanti, sarà che come si vede dalle foto la fantasia è messa a dura prova, sarà che i terrible two cosiddetti possono essere a tratti veramente pesanti, sarà certamente che le giornate che si accorciano non mi fanno sprizzare vitalità... insomma, sarà quel che sarà, ma la stanchezza crea mostri... anche in senso letterale!
E quindi ecco i gufi che diventano civette un tantino rigide sul comò, ma soprattutto, tutta una quasi (lo so, senza il quasi) mostruosa fattoria di Dido autoprodotto e non, che ogni volta che esce dalle sue scatole diminuisce inesorabilmente di volume, ritrovandosi spiaccicato su tutto il pavimento in minuscole briciole... e ancora non riesco a spiegarmi perché nelle mani del folletto questa innocua pasta da modellare non riesca mai a rimanere integra... misteri della vita.
E quando arriveranno le piogge e il freddo gelido so che le ore negate all'aria aperta saranno sempre più lunghe da passare... a meno che anche il folletto sia ghermito da invernale pigrizia... sì, lasciatemi illudere ancora un po'!

lunedì 28 ottobre 2013

Ma la sculacciata?


Di qualche giorno fa è la notizia di una ricerca che avrebbe scoperto che la violenza fisica sui bambini li predispone a loro volta a ricorrere alla violenza.
La mia considerazione è: ma và? Pensavo li spingesse a diventare pacifisti! Il problema però non è la notizia, di per sé giusta, seppur scontata... bensì il fatto che a quanto pare non sia così scontata, visto i commenti che ho letto. C'è ancora chi pensa che la classica sculacciata non sia da considerarsi violenza e che addirittura abbia una valenza educativa... la loro giustificazione? Mi hanno sculacciato e sto bene.
A queste persone vorrei dire, vi credo, ma non tutti stanno bene, i bimbi poco piú sensibili riportano traumi a lungo termine per i quali continueranno a sentirsi colpevoli e sbagliati, quelli più nervosi invece molto probabilmente riconosceranno nella violenza un mezzo per imporsi... e la cosa più allarmante e che la penseranno così anche i molti bimbi che considerano i genitori gli umani più infallibili...
Non ritengo utili né non dannose neppure le urla, e comunque aborro ogni tipo di violenza fisica ai bambini, considerandola un atto di vigliaccheria degli adulti.
La mia domanda a chi giustifica il ceffone (pericoloso anche per la salute a breve termine, ricordiamocelo) o la sculacciata è: ma se non riuscite a far fare ad un adulto ciò che volete, lo sculacciate? Gli date un ceffone? No? Come mai? Avete paura che reagisca per caso? Quindi potete sculacciare un bimbo perché siete codardi, giusto?
Oppure non picchiate un adulto perché non pensate che si risolvano i dissapori con la violenza? E quindi perché con un bambino dovrebbe essere diverso?
Ok, i bimbi sanno come far saltare i nervi, ma ricordiamoci che gli adulti siamo noi, siamo noi a dover trovare una soluzione per superare i loro capricci, siamo noi il loro punto di riferimento e il loro più importante esempio.
Lo so anch'io che é difficile, so che a volte la voce si alza di troppi toni dall'esasperazione, ma da qui ad alzare le mani ce ne passa, non pensate anche voi?
E anche quando alziamo la voce, ricordiamoci che il bambino CREDE a TUTTO ciò che gli diciamo, quindi evitiamo i dannosissimi: 'fai SEMPRE così', 'mi fai SEMPRE arrabbiare', 'non ne combini MAI una giusta', 'SEI un bambino CATTIVO', e via dicendo... se capita una volta non succede nulla, ma riflettete: qual'è il messaggio che passa alla lunga?
Che poi, un 'mi hai fatto arrabbiare', 'fai più attenzione', 'non mi hai ascoltato', 'ti stai comportando male' sarà più sincero e lascerà ampi argini di miglioramento, sia a noi adulti che ai bambini.
E fin qui sembro la super mamma equilibrata con la figlia tranquilla e buona buona. No, non é proprio così, soprattutto per la prima parte dell'affermazione.
I bimbi ci fanno arrabbiare, é vero, con loro spesso é inutile spiegare e discutere, verissimo... ma anche perché fisicamente pensano in maniera diversa da noi: ricordiamoci che pensiero astratto ed ironia vengono acquisiti intorno ai 14/15 anni!
Però mentre son lì che lagnano non ci viene proprio in mente come prima cosa, e diversamente che con un adulto non possiamo piantarlo lì e andar via... e allora capisco che la voce si alzi anche più di un tono, capisco che la presa per fermarlo o spostarlo si faccia più brusca... ma ricordiamoci SEMPRE, in ogni momento, che è un bambino e che se anche vogliamo attribuirgli le peggiori intenzioni, gli adulti siamo sempre noi: noi siamo il loro esempio, e se non pensiamo che la violenza sia giusta, non dobbiamo usarla con loro, in nessuna forma, MAI.
E se proprio scappa, almeno non giustifichiamo il suo scopo educativo e appena calmi... CHIEDIAMO SCUSA.
Però é proprio meglio che non succeda, preferisco di gran lunga chiedere scusa per un modo o una risposta brusca.

Ci sarebbe ancora da parlare ore contro la violenza, ma spero che queste poche considerazioni abbiano convinto chi non sapeva ancora che via prendere e che abbiano almeno instillato il seme del dubbio in chi ritiene la sculacciata un metodo educativo.
Per noi convinti contro ogni tipo di 'alzare le mani' sui bambini (e non) invece rimane  la sfida di ogni giorno nel riuscire ad onorare le nostre convinzioni, dandoci una auto pacca sulle spalle ogni volta che ci riusciamo (mentre magari ci dicono che non abbiamo abbastanza pugno fermo) e cercare di migliorarci ogni volta che la voce si alza troppo.

martedì 22 ottobre 2013

Anche i folletti si ammalano.

Il folletto malaticcio
Sembra tutto un capriccio,
Non vuole giocare, non vuol colorare.
Cosa mai vorrà fare?
In braccio alla sua mamma solo vuol stare.
Ma quando finalmente lo capisci
E di coccole lo sfinisci,
Cosa farà il tuo folletto?
Guarito, salterà giù dal letto!


Ebbene sì, a quanto pare anche i folletti continuano ad ammalarsi.
Devo ammettere che non viviamo le sue malattie come momenti di ansia, quanto piuttosto come brevi periodi di riposo concessi dallo stato di dormiveglia in cui cade quando è malata... o sarebbe meglio dire in cui 'cadeva'... E già, perché anche per le malattie l'Ingegnere ha ragione quando dice che i bimbi sono degli abitudinari che cambiano abitudini una volta la settimana... perché al primo virus di questa nuova stagione di malanni... il folletto é diventato lamentoso al limite della sopportazione... ed anche quasi insonne!
Ok, ok, voglio vivamente sperare che la colpa sia dei due giorni di cortisone, ma so che é solo una pia illusione, visto che i lamenti instabili e incontentabili sono iniziati non appena passata la febbre, prima del cortisone, e sono finiti (finiti?) due giorni dopo averlo smesso... sarà questa la nuova abitudine?
Ora aspetto che cambi, anche fra tanto tempo, basta che sia prima della prossima malattia!

mercoledì 16 ottobre 2013

La gravidanza non è una malattia.

Generalmente non parlo di attualità, anche perché pur leggendo qualche giornale, guardo pochissima tv... ma lasciatemi dire due parole.
Cara Hunziker, spero tanto che tornando a 'Striscia' tu abbia spiegato meglio il tuo pensiero ma non avendoti vista ti spiego un attimo,come stanno le cose... al limite reperita adiuvant.

Noi mamme lo sappiamo bene che la gravidanza non è una malattia, anche se dopo un parto naturale difficile, in cui ti hanno messo più punti che a una porchetta, e non ti avvicini ad una sedia senza portare con te un cuscino morbidissimo o meglio una ciambella come chi soffre di emorroidi, ti assicuro che ti con vincerebbe sederti sul bancone del tuo programma solo una bella dose di antidolorifici... o una più consistente di euri.

La gravidanza comunque non è una malattia, ci trovi d'accordo, ma noi donne non torniamo al lavoro subito dopo il parto non perché non stiamo bene, ma perché nostro figlio ha bisogno di noi e noi vogliamo riempirci la vita di lui!
Le donne normali non lavorano due ore al giorno, non hanno disponibilità economica per la tata tuttofare che nelle brevi assenze sia una figura affettiva duratura per il bebè, non hanno la body guard che le accompagna ovunque...
Insomma, le donne normali devono stare a casa col bambino, per il bene di se stesse e del loro piccolo.

Ho letto insistentemente anche delle donne impegnate in politica che ritornano al lavoro in tempi record... ma giornalisti cari, ci volete prendere in giro? Sarà un po' diverso quel lavoro da quello dell'impiegata o dell'operaia?
Le varie ministre & co possono  gestirsi le giornate lavorative, mantenendo tutta la serietà del caso ed essendo acclamate come wonder women anche se lavorano una settimana al mese... pensate che le operaie/impiegate/commesse possano fare lo stesso?
A queste ultime se proprio va bene e la situazione economica familiare lo consente viene data la possibilità di fare un part time e dovranno assentarsi da casa 5 giorni la settimana per 4 ore più gli spostamenti (o meno giorni, ma per più ore).
E poi voglio confidare un segreto sia ai giornalisti che apprezzano questi ritorni al lavoro fulminei, sia alla Hunziker:  tutte le donne (che lo hanno, ma questa è un'altra storia) tornerebbero al lavoro subito se potessero farlo per due ore al giorno o un giorno la settimana: sarebbe una valvola di sfogo dalla difficile  (e bellissima) vita della mamma a tempo pieno che non lederebbe la tranquillità del loro bimbo, manca solo convincere i normali datori di lavoro delle normali mamme della fattibilità della cosa!

Insomma, va bene fare dichiarazioni lapalissiane, ma non mettiamo in discussione il sacrosanto diritto/dovere delle madri (e dopo qualche mese anche dei padri) di prendersi cura del figlio che ha messo al mondo per accompagnarlo nella vita

lunedì 14 ottobre 2013

Ecomamma mancata 3: il cibo!

Ed eccoci alla terza puntata, quella che dovrebbe vedermi come esperta in materia, visto che per qualche tempo mi sono occupata di catering e cene a domicilio... no, non sperateci: ho detto DOVREBBE!

Oggi più che mai risparmiare in cucina é d'obbligo e benché si pensi spesso il contrario, spesso anche molto ecologico!
Intanto partiamo da un assunto fondamentale: la carne e le proteine animali non andrebbero assunte tutti i giorni. Carne rossa solo saltuariamente, che non solo non ci fa questo gran bene, ma é anche una  fonte di inquinamento dell'aria. Almeno 2 volte pesce, tante proteine vegetali.
Ok, ma come traduciamo questi sani principi in una dieta sana, gustosa, ma anche economica e facile?
A voi qualche suggerimento pratico, anche se sul tema cucina tornerò spesso!

Primo: evitiamo gli sprechi!
Gli sprechi non rispettano né portafogli né ambiente, quindi riduciamoli al minimo facendo un po' di programmazione settimanale dei cibi freschi che ci servono e compriamo solo quelli.
 Non prepariamo porzioni esagerate che verranno depositate per chissà quanto tempo in frigorifero (chi di noi non ha un pezzetto di formaggio, meglio stagionato così dura più a lungo, per la volta che si ha ancora fame?). E se proprio non riusciamo a non produrre avanzi, allora dedichiamo un pasto al loro consumo... più veloce di così!
Piuttosto che avere troppi alimenti freschi in vista di possibili ospiti (non sicuri) acquistiamo qualche surgelato: costano un po' di più, ma ci saranno utili se una volta avremo molta fretta, oltre a rivelarsi un risparmio nel diminuire ciò che dal frigo finisce direttamente in pattumiera!
E se avanziamo tante verdure crude diverse? Improvvisiamo un contorno etnico cuocendole in latte di cocco ed aromatizzandole con curry e curcuma a piacere! (Idea di Nigella Lawson, quindi state sicuri dell'ottima riuscita!)

Secondo: carne e pesce.
Utilizziamo carne rossa non più di una volta la settimana, e ricordiamoci che anche gli hamburger sono carne rossa, economica e buona (sul salutare non mi pronuncio!).
Ricorriamo alle torte salate con uova e/o formaggi per utilizzare le verdure (ok, anche per far fuori quelle due fettine di prosciutto che stanno rapidamente invecchiando!).
Il pesce, bé, se lo sapete pulire e cucinare, via libera al pesce azzurro dal pescivendolo: buono ed economico... altrimenti?
Le trote costano generalmente poco ed hanno poche spine: in forno a 200 gradi circa un'ora, avvolte in carta alluminio e condite all'interno con prezzemolo, sale, scorza di limone e volendo aglio sono una cena buona, veloce ed economica (e che ne dice di cuocere insieme anche un po' di patate?).
Oppure divertiamoci a fare crocchette con i filetti di merluzzo surgelati (lessati!), anche se in questo caso sarà il caso di utilizzare anche qualche uovo, oltre a pangrattato e prezzemolo... ma con i filetti solo lessati sono ottime anche le insalate di pesce con prezzemolo, verdure a dadini crude o bollite, o patate.

Terzo: le proteine non animali.
Ammettiamolo però, per molti di noi il vero problema sono almeno quei due pasti a settimana in cui non utilizzare alimenti animali!
Una buona idea può essere dare un'occhiata ad uno dei tanti siti di cucina vegan (che cioè non utilizza nessun derivato animale) che ci sono in rete.
Comunque vi lascio qualche suggerimento già qui (e per il futuro ho qualche ricetta appetitosa da proporvi).
Ogni tanto, magari quando lo trovate in offerta, provate a bere a colazione una bevanda a base di soia (detta comunemente latte di soia), rischiate che vi piaccia e anche di digerirla meglio del latte vaccino... e se non vi dispiace sperimentare, assaggiare anche le bevande a base di riso (dolce e spesso apprezzata anche dai bambini), di avena, kamut o orzo. Sconsiglio invece il cosiddetto latte di mandorle che si trova nei supermercati, perché ricchissimo di zuccheri aggiunti, se volete provarlo, cercatelo nei negozi bio: costosissimo, ma buono.
Ovviamente utilizziamo i legumi, sempre però in abbinamento ai cereali per rendere le proteine biodisponibili (cioè assimilabili dal nostro organismo). Quindi via libera a pasta e fagioli o piselli o ceci, oppure riso e piselli, con un contorno di verdure crude o cotte. Ottimi anche i minestroni o le vellutate con buona presenza di legumi e un po' di pasta o riso.
E cosa ne dite di un'insalata di fagioli (provate anche quelli rossi o neri!) con mais e verdure crude, grigliate o saltate? Magari accompagnata da caldo pane abbrustolito con un filo di buon olio extravergine?
Oppure farinata? (e aspettate le mie ricette sprint al proposito!)
Volete osare? Insalata o zuppa con lupini e crostini di pane!

...cominciate a pensare che due pasti senza proteine animali siano un po' pochi, vero?

giovedì 10 ottobre 2013

Vi farò vedere... i sorci verdi!

 
 "Domani sera invitiamo i nonni a cena per festeggiare la festa dei nonni, sei contenta?"
"Sì, facciamo i topini verdi!"
"Mmm, ok!": far vedere i sorci verdi ai nonni d'altronde non é il sogno proibito di ogni mamma?
 
 
 


E sorci verdi per dessert sono stati.
Abbandonando idee ardite di topini di zucchero colorati, che già quelle torte tutte moderne e colorate (pasta di zucchero!) che ogni tanto mi diletto a decorare vengono guardate con sguardo indagatore, decido di colorare con la più tradizionale menta  e de-veganizzo una vecchia ricetta del periodo in cui mi sono data al catering.
In pratica recupero la ricetta originale dal libro 'Cucinare con le erbe' (Mondadori), uso latte vaccino al posto del latte di soia o riso consigliato, reintroduco le uova, assenti nella mia versione, ma che sicuramente danno corpo, riduco come sempre la quantità di zucchero, e continuo ad usare il mio caro (in tutti i sensi!) agar agar al posto dei fogli di gelatina.
Se vi va di provare, anche senza topini, ecco la ricetta, basta per 6 stampini monoporzione da budino.

Budino alla menta
400 ml latte vaccino,
50 ml sciroppo di menta,
2 uova,
70 g zucchero di canna,
1 cucchiaino colmo di agar agar in polvere.

In un pentolino,  mettete a scaldare il latte con lo zucchero, lo sciroppo di menta e le uova sbattute, mescolando.
Portate ad ebollizione.
Intanto sciogliete l'agar agar in 2 cucchiai di latte freddo, quindi aggiungete al composto e fate bollire 5 minuti.
Spegnete e mettete il budino negli stampi monoporzione o in uno stampo più grande, ottimo uno stampo da plumcake.
Se avete stampi in silicone, meglio, potete prepararli subito e una volta rassodati non avrete problemi ad estrarli.
Altrimenti aspettate qualche minuto che il composto sia meno bollente e versatelo in stampi foderati di pellicola trasparente, sarà utile per estrarre i budini senza rovinarlo.

Ok, ok, se avete il libro vi renderete conto che ho cambiato ben più di 2 ingredienti... anche il procedimento è leggermente più sbrigativo, ma il risultato è ottimo!

Vi chiederete... e i nonni come hanno reagito?
La nipote era così contenta dei 'topini verdi' che neppure si sono accorti di aver mangiato i 'sorci verdi'!

lunedì 7 ottobre 2013

Ecomamma mancata 2: detergenza&cosmesi.

Diciamocelo, nei primi almeno tre mesi da mamma il massimo di cosmesi a cui aspiriamo é una doccia, attimo più di riposo che di pulizia: lo avessimo nella doccia (e a casa!) useremmo anche l'acido muriatico per lavarci, altro che docciaschiuma emollienti, shampoo ricostituenti e balsamo districanti e illuminanti.
Però cominciamo ad essere subito concentratissime sull'igiene del nostro piccolo: salviette, dischetti di cotone con latte detergente e/o bidet ad ogni cambio, e sicuramente bagnetto tutte le sere (questo perché ci hanno detto che favorisce il sonno, mah!).
Cosa si può fare per diminuire l'impatto ambientale dei nostri neonati?
Sicuramente per le mamme ecoeco e bravebrave la scelta migliore sono i pannolini lavabili: inquinamento e anche spese ridotti al minimo. Personalmente, ero partita prima del parto con le migliori intenzioni, mi ero un po' informata ed ero convinta che appena rimessa in piedi avrei cominciato ad usarli... ma non l'ho mai fatto, dandomi mille alibi. Quindi qui posso fare solo una cosa in proposito: esprimere la mia più grande ammirazione per tutti i genitori che li usano. (E magari inserire anche qualche sito che ne parla).
D'altronde non mi definirei una ecomamma così mancata se fossi riuscita a mettere in pratica tutto ciò che mi sembra giusto, ecologico ed intelligente!
Allora parlo di ciò che conosco, dei piccoli passi e piccoli cambiamenti che se non cambiano il mondo in meglio, almeno rallentano il suo cambiamento in peggio.
Nel bagnetto sono sempre stata piuttosto ecofriendly.
Diciamolo subito: non facciamolo solo perché crediamo che aiuti il sonno notturno... Certo, é un bel rituale, rilassante più per noi che per il piccolo, ma purtroppo anche stancante più per noi che per lui!
Quindi se una sera siete troppo stanchi, o ancora meglio se decidete di non farlo tutte le sere, non sentitevi in colpa, non ascoltate chi vi dice che é per questo che non dorme bene: in realtà é una scelta che rispetta la pelle dei bambini.
I bebè non sudano molto e soprattutto hanno una produzione ormonale minima, quindi il loro sudore non puzza come quello adulto, aggiungiamoci che soprattutto nei primi mesi non svolgono grandi attività fisiche ed il risultato é che un paio di bagnetti alla settimana sono più che sufficienti. (Nel caso di dermatite atopica sono fin troppi addirittura).
E allora ok ad 1 bagnetto alla settimana con detergenti specifici, delicati (e anche ecologici: ne usiamo così poco che può anche costare un po' di più!), ma se lo facciamo ogni giorno? Nel rispetto del bambino prima ancora che dell'ambiente, usiamo l'amido. Esiste l'amido da bagno che costa poco e già in piccole quantità lascia la pelle morbida rispettandola.
Per mamme vegane e/o che si dilettano nella preparazione casalinga del seitan é ottimo anche l'amido che avanza, basta lasciarlo asciugare. Invece non ho mai provato amido che non sia di grano, ma mi piacerebbero testimonianze al riguardo!
Appena però il folletto ha cominciato a stare in piedi, abbiamo cominciato con le docce insieme: occhio alla sicurezza con tappetino antiscivolo e magari uno sgabello per lasciarli giocare.
La scelta della doccia insieme é utilissima d'estate perché ci si rinfresca insieme, mentre in occasione degli immancabili raffreddori é un occasione per una aerosol ben poco fastidiosa... e il vantaggio per tutto l'anno é che aiuta anche a migliorare la confidenza con l'acqua ancor più del bagno in vasca o vaschetta.
Credetemi, in questi inverni ho trovato utilissima la nebulizzazione in doccia per combattere il raffreddore, nei casi peggiori anche con una doccia al giorno o più di una sfruttando il bisogno di pulizia del papà... il tutto riducendo al minimo e spesso al niente l'uso di detergenti (che tra l'altro per quanto delicati, se vanno negli occhi un po' fastidio lo danno, statene certi!)
Vogliamo poi parlare delle creme post bagnetto?
A meno di pelle secchissima o dermatite, non serve. In caso di dermatite grave sentire il medico.Altrimenti olio di mandorle (ottimo anche per noi!) o creme senza schifezze. Cioè? Si può consultare on line un biodizionario che ci aiuta a capire l'inci (gli ingredienti), ma giusto per cominciare teniamoci lontani dagli onnipresenti petrolatum e paraffina che sono oli minerali che chiudono i pori e non lasciano respirare la pelle.

E noi?
Per me ho compiuto solo tre piccoli passi.
Il primo: ciao ciao balsamo! Certo, potrei usare aceto o acqua con acido citrico, ma normalmente ci rinuncio e basta: rinuncio al primo giorno di capelli morbidi e lucenti, ma ne guadagno 3 o 4 di capelli puliti! (solo d'inverno, purtroppo!). Così c'è un doppio vantaggio: inquino meno col balsamo, ma anche meno con i normali shampoo, usandoli meno volte.
Secondo: come già detto, utilizzo di creme post doccia ridotto all'osso, meglio olio di mandorle o altri, almeno d'inverno!
Terzo, e qui mi dico brava: sostituito il deodorante con acqua e bicarbonato. Semplicemente, in un bicchiere d'acqua aggiungete 2 o 3 cucchiaini di bicarbonato e rimestate, rimestate, rimestate. Aspettate mezz'oretta, poi rimestate ancora. Aspettate ancora e poi travasate in un vecchio spruzzino per deodorante. (avrete creato una soluzione satura di bicarbonato!) A questo punto potete aggiungere oli essenziali a piacimento, dal tea tree oil antibatterico, alla menta rinfrescante, a ciò che più vi piace... Io? Sto ancora finendo i campioncini di profumi in bustine che ho sparsi per la casa!
E ad ogni utilizzo ricordatevi solo di agitare la soluzione: facile, economico... e soprattutto efficace!
Come potete vedere sulla cosmesi&detergenza sono proprio scarsa come ecologia, ma i miei minuscoli passi saranno sicuramente alla portata di ognuna/o di voi.
Perché quindi scrivere questo post inutile? Perché non esistono solo supermamme casalinghe che si fabbricano dal sapone ai regali di Natale, né solo mamme lavoratrici che comprano tutto bioecopulito e saltellano felici dall'ufficio al fare le marmellate passando per il coltivare l'orto senza scomporsi per nulla.
Io voglio credere (e diciamocelo, ne ho viste) che esistano anche mamme casalinghe (non sempre per scelta) che pur spendendosi con gioia per figli e casa, hanno anche bisogno di svago, di tempo per sognare e anche per riposare, e che non sono rare le mamme lavoratrici che vorrebbero più tempo da dedicare a figli e famiglia, ma che passano le giornate correndo trafelate fra impegni lavorativi e famigliari e anelano ad avere anche un po' di tempo per sé. Ecco io parlo a queste mamme, perché sono convinta che se un cambiamento potrà esserci, questo non potrà che nascere da noi persone normali, che conviviamo ogni giorno con i nostri limiti e difetti e che vogliamo migliorarci giorno per giorno, con i nostri modi ed i nostri tempi. Scrivo per tutte coloro che leggendo in giro di super mamme impegnate in mille progetti, gettano la spugna pensando di non poter mai fare altrettanto... sapete cosa vi dico? Tutta la mia ammirazione per chi riesce in tutto, ma se ogni donna normale non farà i piccoli passi che si sente di fare, non potrà cambiare mai nulla.

martedì 1 ottobre 2013

La parola al folletto: la nostra prima crociera.

Era da un po' di giorni che mamma e papà si comportavano in modo strano, preparavano cose e parlavano sorridendo di ferie e di crociera... ed io ho pazientemente aspettato martedì scorso per capirci qualcosa.
La giornata è iniziata bene perchè papà non è andato via, anche se mi hanno svegliata.
Giravano per casa velocissimi e mi hanno lasciata impiastricciarmi ben benino con il biscotto senza cercare di insegnarmi a mangiarlo (risultato:biscotto ovunque! Nota della Mamma, d'ora in poi NdM).
Partiamo con la macchina di papà, controllo un attimo che l'interno delle palpebre sia a posto e poi aspetto a lungo di arrivare a Savona.
Arriviamo sotto un tendone bianco e dei signori prendono non solo tutte le cose che mamma e papà avevano preparato, ma anche la macchina! ...e loro non si lamentano... boh!
Entriamo in una casa grande e ci sono delle signore che non conosciamo, ma ci salutano sorridendo... a dirla tutta da qui in avanti sorridono sempre tutti, anche mamma e papà, e questa cosa mette allegria. Stiamo un po' in questa casa con le vetrate, poi ci chiamano e dopo 2 min di coda (hanno detto così mamma e papà, io non ho capito cosa sono i minuti!) entriamo in una casa enorme che sta sull'acqua... altra gente ci saluta sorridendo.
Si va subito in un posto dove si mangia, e un signore sorridente vestito come tanti altri in quel posto (un cameriere in divisa, NdM) prepara un bellissimo seggiolone... che proverò un attimo, ma abbandonerò subito per tornare tra le braccia della mamma, che sono più comode. Ci sono tanti piatti con tante cose da mangiare, ne assaggio un po' e sono proprio buone... ma non come il latte di mamma! Poi ci sono anche contenitori colorati con dentro pezzetti colorati che profumano e mamma e papà li mangiano di gusto (frutta fresca! NdM).
Dopo un po' ci dicono che è pronta la nostra cabina, che poi è una stanza bella grande con un letto enorme, un divano, tante luci e specchi e un bagno più piccolo del nostro. C'è anche una finestra, ma non si vede molto fuori (certo, c'è una scialuppa davanti! NdM).
Dopo qualche tempo si sentono dei suoni forti, mamma e papà si mettono addosso un coso arancione buffissimo e lo mettono pure a me che non ne sono proprio entusiasta e mi portano fuori dove troviamo tante altre persone con quel coso buffo addosso, un bimbo che dorme nel passeggino con il coso buffo sul passeggino (ma sto meglio io che anche se con quel coso sto scomoda, però sono in braccio alla mamma e un po' al papà) e delle persone che hanno un coso simile, ma giallo, che ci dicono cosa fare. Poi si torna in stanza, ci togliamo quei cosi e andiamo a scoprire questo posto che chiamano nave.
È grandissima, ci sono tanti piani e si va da uno all'altro o con le scale, o con ascensori o con ascensori di vetro... e si vede che è tutto strano e molto colorato.
Fuori fa un po' fresco, ma c'è gente sdraiata su dei lettini (ce n'è un'infinità) e poi ci sono anche delle piscine, più piccole di quella dove vado io, ma più belle ed una è al coperto (e hanno anche l'idromassaggio! NdM). In questo posto poi c'è sempre qualcosa da mangiare ed io ho mangiato tantissima pizza al formaggio!
Giriamo un po', siamo nel mare e andiamo veloci.
Quando comincia ad esserci meno luce fuori, andiamo in una sala enorme con tante luci, tanti tavoli e tante persone che parlano. Anche qui mi preparano un seggiolone, ma ormai l'ho già provato e non mi interessa più. Mamma e papà mangiano tante cose belle e dicono che sono molto buone, ma anche la mia bisteccona di pollo con le zucchine è buonissima! Mentre il passato di verdure lo lascio volentieri.
Giriamo ancora un po', poi mi fanno il bagno in una bella vaschetta e facciamo la nanna tutti vicini nel lettone e dormo benissimo.
Al mattino di nuovo si mangia e torniamo in stanza per un pisolo, poi si mangia, controllo che le palpebre siano a posto e in un attimo siamo in un posto altissimo e stranissimo (la Sagrada Familia NdM), fuori piove e ci mettiamo un po' a tornare in nave...
La giornata va avanti come quella prima, sempre in braccio al papà e ogni tanto alla mamma.
In questo posto sono tutti gentili, io li guardo e tutti mi salutano sorridendo sempre e si fermano a parlare con me parlando anche diverso da come fanno mamma e papà, anche se ogni tanto papà gli risponde nello stesso modo... io sto benissimo e mi diverto un casino.
La sera a cena stiamo in un tavolo con altri due bambini e facciamo anche noi 2 chiacchiere.
Dopo aver dormito benissimo, il giorno dopo c'è il sole e andiamo a fare un giro, è un bel posto, anche se ci sono tante case (Palma di Maiorca, NdM),si torna in nave e pigriamo un po'.
La sera a cena c'è tanta musica e io ballo con papà, con la mamma e anche con uno dei signori che ci portano sempre il cibo. Mi hanno messo un vestitino (sera di gala, NdM) e dopo cena mi portano in un altro posto con tanta gente dove ascoltiamo un signore vestito di bianco che parla e poi tutti battono le mani ( cocktail del comandante a teatro, NdM).
Nanna e l'ultimo giorno c'è il sole, ma rimaniamo a pigrare tutto il giorno sulla nave e io mi godo il mio papà e tutte le persone che vengono a salutarmi.
Il giorno dopo mi buttano giù dal letto al mattino presto, mangiamo (facevano delle mele cotte spettacolari!) e lasciamo la nave, con tutti che ci salutano, in pochissimo tempo riprendiamo la macchina e le cose che la sera prima avevamo lasciato fuori dalla stanza e andiamo a trovare i nonni.
È stato bellissimo! (poi però è stata una delusione vedere che non mi salutano più tutti) :-(

martedì 24 settembre 2013

Ecomamma mancata 1: le pulizie!


Dopo l'ultimo post vi aspettavate il decalogo della mamma perfetta e strali e maledizioni per ogni comportamento non condiviso???
Niente di più sbagliato: comincio subito con i miei difetti, con i vorrei, ma non riesco, con i sarebbe giusto, ma per me troppo faticoso (o dispendioso).

Le pulizie: questo mostro nella vita di ogni mamma normale che non può permettersi donna delle pulizie svariate ore la settimana, o peggio, che come me fa (suo malgrado) la casalinga e quindi si arrangia come riesce con i mezzi (limitati) a disposizione.
L'ideale sarebbero pulizie green, ecologiche, ma sicure.
Ho individuato due strade (ma sono aperta a suggerimenti!): mi produco i detergenti da sola o compro detergenti ecologici.
Dopo breve giro di negozi scarto la seconda: decisamente più costosi dei normali e i pochi dal prezzo abbordabile provati (es. nota marca ecologica da supermercato che inizia con W per lavare i piatti, o una da discount per bagni) dai risultati decisamente deludenti.
Quindi dovrei farli da me.
E qui iniziano i problemi.
Primo: ma dove le compro tutte quelle robe?
Secondo: ma per una imbranata come me sarà poi così sicuro fare saponi con la soda caustica?
Terzo: ma se ho una sola cucina, devo usare robe chimiche proprio dove mangio?
Quarto: ma il tempo, con bimba di 2 anni a casa, dove lo trovo?
Quinto: i costi rimangono non proprio bassi.
Conclusione: ci rinuncio!
Ok, ok, sono oltremodo criticabile, lo so che tutto l'inquinamento che produco ricadrà sui nostri figli, ma per ora non ho trovato il modo di migliorarmi per bene.
Allora che si fa? Si getta la spugna e basta? Ma anche no!

Dopo giri e giri sul web (fatti un annetto fa, ma appena recupero un po' di siti ve li segnalo), scopro un po' di cosine.
Intanto, le virtù anticalcari di aceto e acido citrico (che acquisto in negozio che vende articoli per pasticceria/panetteria a 8€/kg)... cosa posso farci?
Ho provato ad usare l'aceto per pulire il bagno, aggiungendo tea tree oil, dalle spiccate proprietà antibatteriche... sì, funziona, ma dopo un mesetto il bagno era sempre piú opaco, e non perché consumato. Tornata ad anticalcari meno green il bagno torna a splendere. Che si fa? Nel mio caso: si alterna! Non sarò eco, ma almeno cerco di limitare i danni!

Discorso diverso per la lavatrice: il detersivo inquina, che si fa? Personalmente adotto la soluzione di usarne la dose minima (e un po' meno) e rafforzare l'azione (non per i delicati) con additivi al percarbonato di sodio, che ho letto essere decisamente meno inquinante del perborati... prima o poi lo troverò anche puro, per ora leggo le etichette al supermercato e i risultati sono anche migliori dell'abbondare col detersivo.
Secondo step: l'ammorbidente, che secondo alcuni inquina ancor più dei detersivi. In questo caso invece sono greenissima: tre cucchiaini di acido citrico nella vaschetta apposita e i panni vengono sciacquati in acqua senza calcare e rimangono morbidi come con l'ammorbidente, ma senza profumo (che per noi é positivo, ma si potrebbero aggiungere oli essenziali) e senza residui: da provare.
Ovviamente ho provato anche senza nulla, e il risultato non era per nulla morbido!
Io utilizzo acido citrico puro in polvere, ma é consigliato usarlo in diluizione al 15% in acqua demineralizzata... mi trovo meglio con un flacone in meno in dispensa!
Si potrebbe usare anche aceto bianco diluito, ma noi ne sentiamo l'odore e la cosa decisamente non ci piace.
Se poi si vuole un effetto igienizzante (da non abusare, personalmente lo cerco solo quando ci passiamo l'influenza & co), si aggiunge all'acido citrico qualche goccia di tra tree oil e oltre ad igienizzare si ha anche un profumo balsamico che aiuta a liberare il naso!

Pulire i pavimenti: non trovo particolarmente utili i detersivi. Acqua calda da cambiare spesso?... ma non riesco più a rinunciare al vaporetto, che é l'unico a lasciare i calzini del folletto puliti (in inverno, mentre d'estate inspiegabilmente rimane membra della tribù dei piedi neri anche appena finito di pulire!). Ok, consuma tanta elettricità, però mi permette di lavare una volta la settimana e gli altri giorni uso solo energia pulita: la mia per passare la scopa!

Per tutto il resto, solo un po' di buon senso nell'usare lavatrice e lavastoviglie sempre a pieno carico, con programmi che risparmino elettricità, e per la lavatrice quasi mai a più di 30 gradi.

Insomma, molto lontana dall'essere una ecomamma. La cosa un po' mi dispiace, potrei e dovrei impegnarmi di più, ma rimango dell'idea che sia meglio fare quel che ci riesce che non fare assolutamente nulla, e non solo in questo campo... e intanto aspetto suggerimenti!

giovedì 19 settembre 2013

PiccoloElfoTraffica 2.0: chi sarà?

Ciao! Da oggi comincia la nuova vita di PiccoloElfoTraffica... in pratica una versione 2.0 di questo blog.
Perché? Semplice, perché sono diventata mamma e gioie e difficoltà di ogni giorno mi hanno convinta a condividere con chiunque sia interessato tutto ciò che con pratica, dedizione, ma anche tanto studio sto scoprendo ogni giorno sul fantastico mondo dell'infanzia e su come noi adulti possiamo accompagnare i nostri bimbi nella crescita rispettando il più possibile i loro innati bisogni biologici e la loro giovane e a volte fragile personalità.
Non ci saranno ricette per risolvere i problemi che ogni giorno si pongono ad ogni genitore, perché ogni bimbo é diverso e ogni relazione é diversa, ma ci saranno suggerimenti pratici e riflessioni sui bisogni dei più piccoli.
Non scriverò solo post mielosi (anzi, probabilmente ne saranno pochi), non distribuirò baci e abbracci se ci saranno commenti, non é il mio stile. Ciò che voglio condividere con voi é questa nuova straordinaria esperienza, così normale eppure così importante, accompagnata da quelle che sono mie riflessioni personali, ma scaturite e supportate non solo dalla mia realtà di madre, ma da tanto studio e anche dalla mia passata esperienza come tirocinante psicologa in contatto con bambini ed adolescenti.
Non nascondo che non mancheranno critiche costruttive a metodi preconfezionati e rigidi per risolvere i più annosi problemi dell'infanzia che disturbano i genitori... e già so che arriverà qualcuno a dirmi che li ha provati e che i suoi figli stanno benissimo e sono solari e gioiosi: a questo proposito vi lascio con una riflessione e poi una citazione.
Mentre aspettavate vostro figlio, quando avete avuto un mal di testa o altri leggeri problemi fisici, avete preso il medicinale che usavate sempre (o il primo che vi sembrava adeguato al disturbo) anche se aumentava di un 1% le possibilità di un qualche danno al bimbo, oppure avete cercato con medico e ginecologa il farmaco che potesse non nuocergli o nuocergli meno? Eppure ho letto spesso che gli aumenti di problemi per il feto si aggirano spesso sull'1-2% per molti dei medicinali di uso comune che si sconsigliano in gravidanza. Sebbene si abbiano 98-99 possibilità su cento che non succeda nulla, tutte noi sono sicura che abbiamo cercato un farmaco senza rischi, o addirittura ci siamo tenute i dolori. È lo stesso motivo per cui proprio non mi sento di appoggiare certi metodi: potranno esserci anche 1000 genitori che vengono a dirmi che i loro figli stanno bene, ma nel mio tirocinio di psicologa (e anche dopo a dire il vero) ho già visto bambini e ragazzi soffrire dopo aver subito certe scelte genitoriali... che ho capito solo dopo essere diventata mamma (e aver ancora studiato) che erano sbagliate.
Continuando con il paragone, qualcuno potrebbe ancora obiettare però che durante la gravidanza ci possono essere problemi di salute che possono nuocere al feto più dei medicinali per curarli, e in alcuni casi si è costrette quindi ad assumere medicinali non scevri da rischi, ricordiamoci che sono casi gravi e che sicuramente lasciano anche tanta ansia ai genitori, e sicuramente tali medicinali si utilizzeranno per il minimo tempo indispensabile e alle minime dosi efficaci... quindi quando si decide di usare metodi che potrebbero non essere innocui per i nostri bimbi, cerchiamo di essere sinceri con noi stessi su quanto ci ledono certi comportamenti dei nostri figli e lasciamo l'uso di ogni metodo che possa farli soffrire solo a casi veramente estremi, per il minimo periodo e solo per aiutarci stare meglio quel poco che ci permetta di accudirli amorevolmente.
Se tutto questo discorso vi sembrerà oscuro, meglio. La sua funzione é solo di 'rimando' quando dai miei prossimi post si vedrà quanto io sia 'radicale' nel rispetto di esigenze e dignità del bambino, sebbene anch'io commetta errori come penso un po' tutti, ma con la consapevolezza che sono mie debolezze e non modi utili per crescere bene la bimba a cui sono capitata in sorte come madre.
E ora vi lascio con una citazione: "...Ci sono cose che si fanno o non si fanno per principio, indipendentemente dal fatto che 'funzionino' o 'non funzionino'. In questo libro difendiamo l'idea che anche nel trattare con i bambini esistono principi. Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero 'meglio' o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po' più zitti..., noi non li possiamo usare. E non necessariamente perché questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perché causino 'traumi psicologici'. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno." (Bésame mucho, Carloz Gonzales)