venerdì 6 dicembre 2013

Direttamente dal ricettario della nonna.


Con il Natale torna ogni anno la voglia di casa, di famiglia, di tradizioni… e di dolci!
Mettiamoci i pomeriggi infiniti in cui non si sa più cosa inventare con i bimbi piccoli, la pasta di sale che sporca più della pasta da biscotti, la voglia di una colazione da offrire all'amato e al folletto che sia gustosa, ma senza strani ingredienti, ed ecco che la tentazione di aprire il vecchio ricettario della nonna trova soddisfazione.
Ricordi di bambina mi parlavano di questi 'biscotti al burro' che coperti fatti a forma di fiore, con al centro un candito di ciliegia e coperto di granella di zucchero era un biscotto che piaceva a tutti, quindi cerco questa ricetta.
La trovo, e qui cominciano le difficoltà:
DOLCI DI BURRO
10 uova,
350 g. di zucchero,
150 g. di burro,
un po' di succo di limone,
2 bustine di lievito.

Stop.

Cosa manca?
Un ingrediente il cui peso in una ricetta di biscotti è un elemento trascurabile…. quanta farina ci metto???

Bo, andrò per tentativi… decido di rispettare la ricetta (dimezzandone le dosi, per forza!) e comincio col mettere uova, burro, zucchero e limone nella planetaria con frusta a foglia… e resisto alla tentazione di cominciare subito a renderla più mia sostituendo lo zucchero raffinato con quello di canna grezzo (così tra l'altro comincio ad eliminarne l'ultima busta) e comincio con 350 g. di farina… ma non bastano.
Vado avanti aggiungendone 50 g. per volta, ma finisce anche la farina 00! Ok, tornerò alle vere tradizioni, quelle magari anche della bisnonna, e continuo con la farina integrale di farro… raggiungo una consistenza morbida ma lavorabile.
Appena porto in tavola la pasta su un foglio di silicone per lavorarla, ecco che il folletto sguscia dalle braccia del nonno al grido di 'Facciamo i biscotti, facciamo i biscotti!', la sistemo su un cuscino sulla sedia, stendo la pasta (e anche un po' le dita del folletto, che però ride) a circa 1/2 cm di spessore, che poi lieviterà, ed affido al folletto la mission di premere sulle formine e 'sporcarle' (sue parole) poi con la farina per fare in modo che non rimangano attaccate alla pasta.
Facciamo decine e decine di biscotti in decine e decine di minuti (un'ora e mezza per 40/50 biscotti, ed io che speravo in una resa del folletto che non arriva!), quindi incarico la zia di spennellare i biscotti con zucchero a velo sciolto in pochissima acqua e di attaccarci codeste di zucchero colorato (adorate dal folletto) e granella di nocciola (adorata da me e dall'Ing.) e magari anche qualche occhio di mirtilli rossi (adocchiati dal folletto, che intanto ne mangia non pochi).
Abbiamo finito… ma la cottura?
Ai tempi della nonna si faceva in un forno a legna, spesso dopo la cottura di pizza od altro che aveva bisogno di molto calore, approfittando del calore che diminuiva a forno non più alimentato… vabbè, provo a 180 gradi ventilati, perché devono venire croccantini da sgranocchiare al naturale, ma soprattutto pronti da essere pucciati nel latte (nel nostro caso, che mio nonno preferiva il vino!)… ed ecco il risultato!





E questo dopo il passaggio del folletto che giusto per assaggiarli ne ha mangiati 2 in 5 minuti!




DOLCI DI BURRO, la mia ricetta integrata e un po' corretta:

5 uova,
150 g. zucchero (ma la prossima volta userò quello di canna),
75 g. burro,
poche gocce di succo di limone,
1 bustina di lievito per dolci (15 g.),
500 g. farina 00,
150 g. farina integrale di farro.

Cottura circa 30 min in forno termoventilato (per cuocere le due teglie contemporaneamente) a 180 gradi.


A qualcuno salterà all'occhio che più che biscotti al burro questi sono biscotti alle uova… ma dalle mie parti (abruzzo marittimo) non era usuale l'allevamento in casa delle mucche, quindi il burro veniva centellinato (e veniva usato maggiormente lo strutto, visto che si teneva piuttosto il maiale), mentre si aveva ampia disponibilità di uova, tanto che ancora mia nonna fino a qualche anno fa allevava decine di galline… così anche questa curiosità sarà stata soddisfatta… e buona colazione!!!
(ma pare siano buoni anche nel succo d'arancia… oltre che nel vino, ci mancherebbe, mio nonno era un buongustaio!)

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